La parola Chalet – Etimologia
La parola chalet ha una radice pre-indo-europea “Chal”, dal ligure “cala”,ovvero “luogo riparato, rifugio, riparo di montagna”.
Lo chalet è una casa tradizionale originaria della Svizzera, costruita in legno. La linea dello chalet svizzero è uno stile d’architettura che proviene dalla Germania alla corrente del XIX secolo. Era usato come rifugio in montagna per i pastori, che portavano il gregge a pascolare in montagna, e la loro struttura è resa tipica dal tetto spiovente, per fare in modo che la neve scivoli e non sfondi il tetto.
Nel diciannovesimo secolo l’aristocrazia sviluppò un interesse sempre maggiore nei confronti di questa costruzione tradizionale svizzera. Gli Chalet iniziarono così a decorare i giardini delle residenze degli aristocratici. In quel periodo il fiorente turismo fece diffondere lo Chalet molto velocemente, come “casa di festa”, ovvero una piccola casa – di legno, costruita nel giardino o in periferia, non più quindi ad uso esclusivo delle Alpi, e con colori luminosi – dove trascorrere momenti di svago e di riposo.
Fra i primi stabilimenti balneari c’è Bagni Baretti di Livorno del 1781; quello di Viareggio, inaugurato nel 1828; lo Stabilimento dei bagni dorici di Ancona, del 1835.
La storia
Nel 1833, a Venezia, venne inaugurata un’interessante iniziativa:
i Bagni Galleggianti di Venezia, ideati dal Dottor Tomaso Rima.Si trattava di uno Stabilimento “mobile”, attraccato nei pressi della Chiesa della Salute, dotato di attrezzature per “bagni caldi e freddi, dolci e salsi, semplici e medicati, a vapore e docciature”. Lungo 123 metri e largo 17, aveva una cinquantina di camerini a spogliatoio. Fu ampliato nel 1835, e dotato di “Sirene”, gondole da bagno con sotto la chiglia una gabbia di metallo per l’immersione delle signore.
Non era la prima esperienza in fatto di stabilimenti balneari. Infatti, nel 1750, Richard Russel, medico londinese, diede alle stampe la prima edizione di De Tabe Glandulari, sive De Usu Aquae Marinae in Morbis Glandularum Dissertatio (Oxford, E Theatro Sheldoniano), un trattato in cui dimostrava i benefici effetti dell’acqua di mare sul corpo umano.
Nello stesso anno, sostenuto dal duca di Cumberland, impiantò sulla spiaggia di Brighton una sorta di clinica, il Royal Albion Hotel, dove seguiva direttamente le terapie a base d’acqua marina dei suoi pazienti-bagnanti.
Il trattato è stato la pietra miliare delle moderne vacanze in spiaggia, e convinse la società erudita del tempo ad avvicinarsi a spiagge e mare.
Lo stabilimento balneare nacque, quindi, come stabilimento termale, con lo scopo di curare malattie della pelle. In quegli anni si affermò il turismo dei poveri, in contrapposizione a quello dei ricchi. Era così possibile vedere in spiaggia i bambini poveri, colpiti dalla “scrofola”.
Gli chalet nacquero, quindi, dall’esigenza di aiutare le persone povere a guarire dai mali del periodo, conseguenza di scarsa igiene e carenza di cibo. Sorsero un po’ su tutte le coste gli Ospizi marini: sembra che la prima “Casa di salute termale marina” sia sorta a Dieppe nel 1778, e il primo “Ospizio Marino per bambini” a Magrate, in Gran Bretagna, nel 1791.
Il primo in Italia fu costruito a Viareggio nel 1870, seguito poi dal Lido di Venezia e da Rimini, nel 1873 a Grado, nel 1877 a Riccione, ove i piccoli scrofolosi erano già ospitati da famiglie del paese dal 1867.
Vittorio Emanuele, erede al trono d’Italia, accompagnato dalla regina Margherita, si immerse nelle acque del bagno “La Favorita”, al Lido di Venezia, fin dal 1879. Era erede al trono, non poteva immergersi in un “ospizio”, anche se malaticcio: per lui fu costruito un apposito ” Chalet reale”.
Curiosità
Il 15 luglio 1814 Luigi Pandolfi, delegato Apostolico della provincia d’Urbino e del Governo di Fano, emanò un editto, per evitare scandali e offese alla morale:
“… Mossi dal vivo desiderio di vedere conservata la dovuta decenza, ed onestà, abbiamo creduto nostro dovere il pubblicare con questo Editto le seguenti disposizioni relative allo scandalo cagionato nei passati tempi dalla scostumatezza di alcuni nei bagni sì di mare che di acqua dolce in tutti i luoghi di questa nostra Delegazione. Ordiniamo pertanto che niuno, sia Uomo sia Donna, possa nuotare ignudo in vicinanza dell’abitato, del passeggio, e della spiaggia. Così parimenti che in tempo del bagno per qualsivoglia causa niuno si faccia vedere ignudo nella riva, o in altra maniera si mostri al pubblico in questa indecente comparsa, così pure che non si faccia atti e non si dica parole, che possano offendere la modestia.
Che tutti quelli, i quali vorranno bagnarsi, non si possano spogliare delle loro vesti, se non giunti che siano in riva del Mare, od al Fiume, e precisamente nel punto immediatamente prossimo al luogo del bagno, entrandovi senza indugio, e guardandosi di restare anche per minimo spazio di tempo fuori del medesimo senza le vesti…”.
Nacque così la pudicità, che portò ad indossare gli ampi costumi da bagno che, visti oggi, fanno sorridere. Nacque così anche la moda del mare: nel 1946 a Parigi, Louis Reard, stilista, inventò il “bikini”, presentato per la prima volta al pubblico il 5 luglio 1946 alla piscina Molitor di Parigi.
Nel 1853 sulla costa delle Marche vennero inaugurati quasi in contemporanea gli Stabilimenti di Pesaro (1 luglio), di Fano (1 luglio) e di Senigallia (9 luglio), tutti costruiti sulla stessa matrice “riminese” (piattaforma e camerini sul mare, padiglione a terra) e, ad eccezione di poche varianti, con il medesimo stile architettonico.
Testualmente, dal sito Balnea e guidachalet:
“Tutti si ponevano gli stessi obiettivi:
…ogni città che sorga presso alle acque marine deve corrispondere al beneficio che le offre la natura coll’apprestare ai suoi Abitanti ogni desiderevole comodità per l’uso dei bagni, che la pubblica igiene universalmente raccomanda…
…a cura e conto di una società di Cittadini prestanti pel pubblico bene, la quale onorata eziandio dalle firme delle principali Autorità…
Tutti offrivano gli stessi servizi:
…una serie di ben disposti camerini opportunamente divisa in due parti, l’una delle quali è intesa al servizio degli Uomini, l’altra delle Donne, forma lo Stabilimento che s’innalza circa …Vi si accede per un solido ponte che fa capo ad una galleria, che introduce a due decenti Camere di Trattenimento , poste rispettivamente a lato delle due descritte parti dell’edifizio…
…una ben fornita Locanda in vicinanza dello Stabilimento, … un Locale ad uso di Trattoria, e di altro pure ad uso di Caffè per chi amasse quivi rifocillarsi e ricrearsi…
Tutti, come raccomandava la scienza, erano sotto la tutela di …professori estimati per la cura sanitaria”.”
A San Benedetto del Tronto dal 1865 funzionava una rudimentale attrezzatura fornita di camerini, e nel 1877 prendeva avvio un progetto per una nuovo e moderno Stabilimento.
Mano a mano, agli Stabilimenti di Pesaro, Fano, Senigallia e San Benedetto, se ne aggiunsero altri, costruiti con le tecniche del “modello adriatico”, che si contrapponeva allo Stabilimento galleggiante dei bagni Dorici di Venezia, sempre più obsoleto e che alla fine secolo verrà posto fuori uso.
Iniziarono a nascere i vari Kursaal, una grande struttura con annesso teatro, sala da ballo, ristorante.
Per maggiori informazioni visitate il sito internet www.guidachalet.it